mercoledì 20 gennaio 2021

Il ventenio fascista, (ottobre 1922- luglio 1943) è uno dei più controversi periodi storici per le implicazioni 
totalitarie,- limitazioni della libertà di  espressione,di pensiero, di stampa, di libera associazione e  di religione-  che improntarono del tutto la cultura dell'epoca spaziando dal piano politico e  sociale a quello economico e culturale. 


Campobello di Licata Gerarchi fascisti 

LE FOTO DI QUESTA SEZIONE FANNO PARTE DELL' archivio  privato RENATO CAMMARATA 



 Un ruolo sicuramente importante nel Ventennio fascista  era assegnato alla costruzione del consenso e della propaganda,  quindi alle  cerimonie pubbliche che si tenevano in varie circostanze, preferibilmente negli anniversari di date significative per il Fascismo. 
Le cerimonie permettevano il coinvolgimento delle masse nella capillare condivisione dei percorsi  politici del  Regime potenziando lo sviluppo di un consenso attivo, costruito sui miti e i simboli capaci di coinvolgere ed influenzare la vita associativa, dall'altro tuttavia tali cerimonie servivano a svolgere una "influenza modellatrice" volta all''inquadramento unitario delle masse nell'ottica voluta da Mussolini. Durante la cerimonia della celebrazione della marcia su Roma il 26 ottobre 1926 lo stesso Mussolini ammise  "noi creeremo l'italiano nuovo che non rassomiglierà a quello di ieri. Poi verrano le generazioni di coloro che noi educhiamo oggi  e creiamo a nostra immagine e somiglianza: le legioni dei balilla e degli avanguardisti."

Due gli strumenti usati dal Regime in questa azione: il cerimoniale e la repressione impiegati entrambi durante gli  eventi spettacolari- cui nessuno poteva sottrarsi,-volti a esaltare l'abilità della dittatura nel saper dirigere il suo popolo inculcando la soggezione e l'orgoglio. 

Se il fascismo fu definito "La fabbrica del consenso" da Philip V.Cannistraro in un suo libro -e mai definizione fu più lapidaria - sicuramente la macchina del consenso  reggeva tutto l'apparato fascista. 



PREMIAZIONE VEDOVE DI GUERRA


A livello organizzativo nulla veniva lasciato al caso: scelta della logistica e dei tempi,  preparazione di manifesti e affisisone degli stessi, disposizione delle  bandiere e degli arredi, razionalizzazione degli spazi, divise da indossare, ordine di rappresentanza etc. 


La prima associazione nazionale per le famiglie dei Caduti in guerra istituita ne 1917  aveva lo scopo di fornire " protezione agli orfani di guerra". Coi successivi decreti del 1923 n. 850, del 1924 n.230, del 1929 n. 1397 l'Associazione venne  trasformata in Opera nazionale madri, vedove e famiglie dei caduti e dispersi in guerra. 
Durante il ventennio l'Assocazione non si  sottrasse alla logica propagandistica del Regime così che anche le premiazioni e gli emolumenti venivano accordati in forma solenne con manifestazioni collettive tali da rispondere alla logica del consenso e della manipolazione delle masse
 Nell'ottica del consenso persino gli studenti e gli scolari - che nelle intenzioni del fascismo dovevano essere fomati  in funzione della costruzione dei "nuovi italiani" - venivano moblitati durante le cerimonie fasciste dando alla  partecipazione un ruolo non secondario nella valutazione scolastica complessiva essendo  puntualmente annotata (logica repressiva) sui quaderni di classe.






                                                                                                 SFILATA 
l'ONB (Opera Nazionale Balilla) fu un'istituzione creata da Mussolini fondata nel 1926. Aveva come scopo educare le nuove generazioni secondo il culto del Duce. a tale scopo furono organizzate marce militari, esercitazioni, sfilate e parate. 


Sport e fascismo 


LA BATTAGLIA DEL GRANO
E' la prima, grande campagna di mobilitazione di massa del periodo fascista, nata con l'intento di conquistare il consenso della popolazione attraverso il coinvolgimento nelle politiche del regime.
Si possono far risalire al 1928  le "sagre del grano" che coinvolgendo anche le scuole medie-  dove gli studenti devono svolgere un tema riguardante la "celebrazione del pane" cui seguì l'istituzione della "festa del pane"- avevano scopo propagandistico. 
Sul piano economico la battaglia del grano lanciata da Mussolini aveva lo scopo dell'autosufficienza produttiva possibile soltanto con un'aumentata produzione nazionale. E poichè l'Italia risutava importatrice di 25 milioni di quintali di frumento su un consumo totale di 75 milioni di quintali, il regime mise a punto il 25 giugno 1925 la prima forma di politica autorchica favorendo una politica agricola tendente da una parte all'aumento delle superficie a coltivazione di grano, incrementado la produzione attraverso la selezione delle sementi, l'uso di concimi e fertilizzanti nonchè di tecnologie nuove, accompagnate dal controllo dei prezzi; dall'altra rivolse l'attenzione alla trasformazione dei grandi latifondi da sottrarre ai proprietari che li lasciavano incolti per cederli ai coloni che avrebbero recuperato le aree  trasformandole in produttive. Nel contempo molte aree del paese- soprattutto del centro Italia-  furono bonificate e inoltre furono istituite le cattedre ambulanti del grano che avevano lo scopo dimostrativo di propagandare  la sperimetazione agraria in modo capillare su tutto il territoito nazionale. I Consorzi agrari provinciali si fecero carico della distribuzione dei mezzi per l'agricoltura e per l'ammasso del grano.  



LA FESTA DELL'UVA

In periodo prefascista esisteva già nella cultura popolare agricola una "Giornata dell'uva", organizzata  poi capillarmente in tutta Italia su indicazione del governo fascista a carattere nazionale  il 28 settembre 1930 , tramutata poi per volontà di Mussolini in "Festa" popolare particolarmente sentita nelle zone ad alta intensità vitivinicola. In qualche modo la festa si ricollega ai riti pagani delle antiche feste che si tenevano presso i Romani per esaltare l'uva ed il vino, quali le Liberalia, le Vinalia e le Meditrinalia
Due le motivazioni di tale scelta, politica ed economica. Sul piano politico si voleva valorizzare il carattere folkloristico locale al fine di divulgare un'immagine del fascismo di tipo naturalistico e paesano puntando sul consenso delle masse contadine; sul piano economico si tendeva a  
dare una spinta alla crisi del settore attraverso la propaganda e l'esportazione. 

Le immagini si riferiscono a Campobello di Licata 


LA SCUOLA
La prima grande riforma della scuola, la riforma Gentile del 1923, nasce sotto il regime fascista.


















SAGGIO GINNICO






SCUOLA AGRARIA

COLONIA ESTIVA



Squadra di CALCIO




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