BOMBARDAMENTI A LICATA
Il bombardamento del 7 gennaio delle ore 14,00 - che aveva come bersaglio la fabbrica della Montecatini- non si limitò a colpire la zona industriale come denunciato dal bollettino ufficiale, ma anche la zona della stazione del Pisciotto danneggiando la conduttura dell’acqua. Lo si evince da una successiva comunicazione della Prefettura.
All’epoca il Commissario prefettizio di Licata era
Attanasio, la cui firma è apposta su
quasi tutti i telegrammi , inviati per
conoscenza alla Regia Prefettura ed al Questore.
7 gennaio “ Ore
quattordici e minuti zero cinque aerei nemici hanno sganciato bombe dirompenti
sopra fabbrica Montecatini. Nessuna vittima et non rilevanti danni materiali.”
Dello stesso giorno è un altro telegramma: “ Odierno bombardamento aereo nemico avere
danneggiato conduttura acqua Pisciotto entro recinto questa stazione
ferroviaria” in A.S.L. Carpetta N° 437 fascicolo I classe VIII
Il prefetto di Agrigento,
dott. Caboni, appare
particolarmente preoccupato per particolari ordigni, apparentemente inoffensivi,
a forma di matita tascabile che venivano raccolti dagli ignari bambini ed
esplodevano nelle loro mani. La nota del 14 gennaio del 43 avverte: “Viene
segnalato che tra i vari ordigni esplosivi che il nemico lascia cadere sul
nostro territorio ve ne sono anche taluni a forma e peso di una matita
tascabile di metallo. Pregasi di portare quanto sopra a conoscenza della
popolazione senza però darvi particolare rilievo”
La stessa questione viene
segnalata al Podestà dal Prefetto di Agrigento con la nota “ ordigni esplosivi in forma di oggetti
inoffensivi vengono lanciati dal nemico da
aeroplani.”
Già da tempo il problema degli
ordigni bellici era all’attenzione degli organi competenti. Del 19 giugno del 42 è la segnalazione della Prefettura
di Agrigento di ordigni a forma di cioccolatino rinvenuti nelle
campagne; e del 17 agosto sempre del 42 la segnalazione che l’aviazione britannica e russa aveva fatto
uso di tavolette incendiarie, bombe al magnesio, fosforo,e sodio puro; queste
ultime per infiammare la nafta
nell’acqua.
Ormai Licata è sottoposta insistentemente al fuoco nemico.
Il 21 gennaio il Regio Ufficio P.S. di Licata segnala al
Prefetto ed al Questore: “ Ore 14 Aerei nemici hanno mitragliato, spezzonato et
bombardato località Fontanelle et Montecatini Punto Lamentonsi 5 feriti
leggieri et danni lieve entità” firmato Ufficiale pubblica Sicurezza Attanasio
spedito ore 16,01 A.S.L. 437 fascicolo I
Classe VIII
Il 22 gennaio: “ Stamani
ore 7 aerei nemici hanno bombardato località Safarella ponte sul Salso
raffineria Zolfi Unione Siciliana fabbrica Montecatini et località Ginisi ove
hanno mitragliato treno merci Punto
Nessuna vittima né danni rilevante importanza. ” Firmato Attanasio.
idem
23 gennaio “ Stamani
ore nove e minuti trentacinque aerei nemici hanno sganciato bombe periferia
questa città senza causare né danni né vittime punto Risulta mitragliata auto
tedesca et feriti tre militari di cui uno grave” firmato Attanasio”
idem
Nessun bollettino ufficiale riporta notizia di queste tre
incursioni aeree. Il 25 gennaio, il Bollettino N° 974 riporta la dicitura generica : "incursione sulla città" (F.
Giorgio)
Qualche giorno di tregua, poi il 28 dello stesso mese la
città è ancora sotto il fuoco dei
bombardamenti: “Stamani ore sei e minuti
trenta aerei nemici hanno sganciato bombe località Poggio Cuti. Né vittime né
danni Podestà Curella”
6 febbraio: “Ore nove e minuti dieci località Poggio di Guardia aerei nemici mitragliavano bassa quota treno viaggiatori Licata Gela ferendo gravemente fuochista treno et leggermente macchinista altro ferroviere et due viaggiatori.” Firmato Podestà Curella.'
Anche queste due incursioni passano sotto silenzio, non
ve n' è traccia nel testo di F. Giorgio, l'unico che abbia tabulato
capillarmente i fatti.
Giorno 7 febbraio : “Stamani
ore otto e minuti trenta aerei nemici hanno mitragliato località Pozzillo treno
passeggeri Licata Canicattì et lanciato spezzoni dirompenti non esplosi Punto
Stessi aerei sganciavano località Torre di Gaffe altri spezzoni caduti in mare
et mitragliavano nessun danno né vittime.” firmato Podestà Curella.
Bollettino N° 988 del giorno 8 febbraio idem 437
Il 23 febbraio
arriva l’ordine di mobilitazione civile dei cittadini “Reclutamento e addestramento anche degli uomini dai 56 ai 70 anni
obbligati al servizio del lavoro. …Gi uffici anagrafici devono fornire elenchi
degli uomini compresi in tale fascia di età.” Firmato Prefetto Caboni.
Il 25 Aprile, domenica di Pasqua ancora un bombardamento: “ Stamani ore 11 et minuti cinquanta apparecchio americano sorvolava improvvisamente senza allarme questo abitato sganciando due serbatoi di cui uno con benzina che incendiava diverse abitazioni in Via Solferino angolo Via Addis Abeba Punto Incendio prontamente domato lamentasi un morto et sei feriti di cui due gravi.” Podestà Curella (Bollettino N° 1066 del 26 aprile) A.S.L. 437
Di tale bombardamento abbiamo la testimonianza
del signor Vicari che fu ferito mentre bombardavano il ponte
“All’epoca avevo 15 anni e ricordo che il giorno di Pasqua a mezzogiorno
in punto, passò uno stormo di aerei che bombardò il ponte…. La vidi precipitare
giù e priam che suonasse l’allarme mi ero disteso per terra sotto il vicino
ponticello. Un frammento di scheggia mi raggiunse conficcandosi nella gamba
destra. “
"In Corso Serrovira, vicino allo stabilimento Verderame, una casa fu
colpita da bomba. Vi abitava una sarta che aveva una bimba appena nata, la
quale rimase miracolosamente illesa
nella sua culla, posta in un angolo, tra
un brandello di muro e l'altro, e lo
stesso pavimento sbriciolato in più punti. "
I morti del bombardamento del
25 aprile furono sicuramente tre,
elemento dedotto da una denuncia per danni di guerra del 1° agosto 43, -
regolarmente vistata dal Maggiore Toscani - in cui il signor Incorvaia Antonino lamenta la parziale demolizione della sua
casa di Via Collegio N°13 e la morte
della madre, del padre e di una sorella.
Ma vi è anche l'ulteriore
telegramma del Podestà: "Seguito
telegramma 25 aprile scorso comunico che numero decessi causati incursione
apparecchio americano est salito a quattro et feriti sei."
Il 9 maggio, domenica ancora un’ incursione aerea. (Bollettino N° 1080) E' preso di mira il quartiere Oltreponte aprendo una voragine nella zona. Viene danneggiata la casa di Burgio Calogero. Anche di questo bombardamento abbiamo la testimonianza di Vicari che parla di almeno cento aerei. Due i morti accertati: Florio Agata morta l'11 maggio all'ospedale della C.R,I. e Lombardo Angelo
Il 25 maggio un’altra
incursione aerea danneggia le case di
Via Lunga N° 28 e cortile Quarto N°5 di proprietà di Russo Mariangela. Inoltre
le case di Giglio Francesco, Pisano Giuseppe e Randazzo Arturo che chiedono al
Podestà alloggio in qualità di sfollati.
Di questo bombardamento - che
non viene citato in alcun bollettino- i danni sono rilevanti. Se ne trova
traccia nella deliberazione N°
Fin dal 14 aprile erano state assegnate maschere antigas
a tutti gli stabilimenti che da un elenco di archivio così rislutano: Società anonima Montecatini, Società anonima
Forza e Luce, Molini e Pastifici: Hercules di Pontillo che aveva
alle dipendenze 10 operai; “M.Pompei” dei Fratelli Armenio con tre dipendenti,
S. Giuseppe con 24 dipendenti, Manuguerra Pietro con due dipendenti tra cui una
donna, Malifitano G. Battista con tre dipendenti, Bona e Taliento con quattro
dipendenti, Pintacorona Giovanni e Caffarello Angelo con tre dipendenti, De
Caro e Cacciato, Manuguerra e Farruggio; inoltre ai cementifici: Sapio G e fratelli Cambiano; ai laterizi di
Schembri Baldassare, alla fabbrica di ghiaccio di Bonsignore, al Cinema Teatro
Re; infine alle ditte: Banca S: Angelo, Banco di Sicilia, Cassa di Risparmio,
Banca agricola commerciale, esattoria comunale, consorzio, ufficio imposte
dirette, compagnia porto, ufficio registro, dogana, stazione centrale, stazione
porto, ufficio postale, ufficio postale porto, Pretura, Ginnasio, Avviamento,
Liceo classico comunale, scuola elementare, Fascio combattimento.
E’ del 27 giugno il telegramma del Prefetto Caboni che denuncia il lancio da parte di aerei nemici di “ numerosi manifestini di propaganda che sono stati raccolti dalla popolazione.” Con l’ordine di distruggerli.
A questo punto la gente sa chiaramente cosa succederà
anche se non sa quando. “ Ricordo che
giorni prima erano passati diversi stormi di aerei che avevano lanciato dei
volantini dove era scritto che dovevamo allontanarci dal mare, dalla linea
ferrata e dalla strada.” Gatì
Anche il Prof. Quignones asserisce: “Ricordo bene che una o due settimane prima dello sbarco erano comparsi
tanti volantini, verosimilmente lanciati da aerei; erano di colore bianco e
avevano le dimensioni di un foglietto, poco più grande di un foglio di
quaderno. Avvisavano perentoriamente la
popolazione civile di allontanarsi dagli obiettivi militari e dalla ferrovia.”
Così pure Vizzi Salvatore : “Qualche giorno prima dello sbarco era passato uno stormo- non faccio
esagerazione - ma dovevano essere almeno cinquecento aerei. All’altezza del paese si abbassarono e
lanciarono dei volantini. Vi era scritto che dovevamo allontanarci dagli
obiettivi militari e che dovevamo stare tranquilli ché alla popolazione non
sarebbe successo nulla.”
Il 20 e il 28 giugno Licata è sottoposta ancora a nuove incursioni aeree. Anche di questo bombardamento non c'è traccia in alcun bollettino di guerra ma numerose sono le testimonianze in proposito
“IL treno era affollatissimo. Mio padre stava davanti ad un finestrino.
Appana partito il treno dalla stazione, gli si avvicinò una ragazza e gli chiese se poteva cederle il posto perché
sentiva il bisogno di prendere aria. Il treno fu bombardato. Un frammento di
bomba colpì in pieno la ragazza che morì
sul colpo…..mio padre rimase illeso” La ragazza si chiamava D’Ippolito
Angela"
Ed abbiamo trovato un
riferimento deliberativo nell'atto N° 384 per il pagamento di L
il 5 luglio, giorno della partenza della flotta americana dalle coste del Nord Africa, furono quattroi bombardamenti. La prima incursione dalle tre alle quattro circa; la seconda, dalle 9,50 alle 10,15; la terza dalle 12,45 alle 13,00 e l'ultima dalle 13,15 alle 13,30. Il 6 Licata subì un bambardamento durato dalle 9,30 alle 9,45; infine l'otto ci furono tre incursioni, rispettivamente alle 7,45, alle 11,50 e alle 12,00.
E’ a questo punto che l’8 luglio vengono fatte brillare le mine per distruggere parzialmente il porto, così che quando sul Mediterraneo si affacciò la potente flotta di Cunningham, il porto era non soltanto minato ma anche danneggiato, cosa che si ripetè lo stesso giorno dello sbarco quando le truppe in ritirata fecero saltare gli ormeggi, mentre in attesa sulla banchina, il treno armato venne colpito dall’artiglieria navale, precisamente dal caccia Bristol, che faceva la spola nel Mediterraneo.