martedì 9 maggio 2023


BOMBARDAMENTI A LICATA

 Nell'arco di tempo che va da gennaio a giugno,  ben 13 furono i bombardamenti, di cui cinque a gennaio,  tre a febbraio, poi il 25 aprile- giorno della visita del principe ereditario- due a maggio e due a giugno. Nei giorni che precedettero lo sbarco alleato della VII Armata americana di Patton, i bombardamenti divennero  ravvicinati: il  5 luglio, giorno della partenza della flotta americana dalle coste del Nord Africa, furono quattro: la prima incursione aerea dalle tre alle quattro circa; la seconda, dalle 9,50 alle 10,15; la terza dalle 12,45 alle 13,00 e l'ultima dalle 13,15 alle 13,30. Il 6  Licata subì un bambardamento durato dalle 9,30 alle 9,45; infine l'otto ci furono tre incursioni, rispettivamente alle 7,45, alle 11,50 e alle 12,00.

Il bombardamento del 7 gennaio delle ore 14,00 - che aveva come bersaglio la fabbrica della Montecatini- non si limitò a colpire la zona industriale come denunciato dal bollettino ufficiale, ma anche  la zona della stazione del Pisciotto danneggiando la conduttura dell’acqua. Lo si evince da una successiva comunicazione della Prefettura.

All’epoca il Commissario prefettizio di Licata era Attanasio,  la cui firma è apposta su quasi tutti i  telegrammi , inviati per conoscenza alla Regia Prefettura ed al Questore.

7 gennaio “ Ore quattordici e minuti zero cinque aerei nemici hanno sganciato bombe dirompenti sopra fabbrica Montecatini. Nessuna vittima et non rilevanti danni materiali.”

Dello stesso giorno è un altro telegramma: “ Odierno bombardamento aereo nemico avere danneggiato conduttura acqua Pisciotto entro recinto questa stazione ferroviaria” in A.S.L. Carpetta N° 437 fascicolo I classe VIII

 La comunicazione ufficiale però viene data il giorno successivo (8 gennaio) sul bollettino N° 958 (F. Giorgio)

Il prefetto di Agrigento,  dott. Caboni,  appare particolarmente preoccupato per particolari ordigni, apparentemente inoffensivi, a forma di matita tascabile che venivano raccolti dagli ignari bambini ed esplodevano nelle loro mani. La nota del 14 gennaio del 43  avverte: “Viene segnalato che tra i vari ordigni esplosivi che il nemico lascia cadere sul nostro territorio ve ne sono anche taluni a forma e peso di una matita tascabile di metallo. Pregasi di portare quanto sopra a conoscenza della popolazione senza però darvi particolare rilievo”

 Il fatto è avvalorato dalla testimonianza della signora Tilde Navarra che testualmente dice: “ Ricordo di aver visto ricoverare nel palazzo Urso Ventura , sede della Croce Rossa diversi bambini mutilati. Si diceva che avessero raccolto degli ordigni a forma di penna, lanciati dagli aerei americani, ordigni che poi erano esplosi nelle loro mani.”

La stessa questione viene segnalata al Podestà dal Prefetto di Agrigento con la nota “ ordigni esplosivi in forma di oggetti inoffensivi vengono lanciati dal nemico da  aeroplani.”

Già da tempo il problema degli ordigni bellici era all’attenzione degli organi competenti. Del 19  giugno del 42 è la segnalazione della  Prefettura  di Agrigento di ordigni a forma di cioccolatino rinvenuti nelle campagne; e del 17 agosto sempre del 42 la segnalazione che  l’aviazione britannica e russa aveva fatto uso di tavolette incendiarie, bombe al magnesio, fosforo,e sodio puro; queste ultime  per infiammare la nafta nell’acqua.

Ormai Licata è sottoposta insistentemente al fuoco nemico.

Il 21 gennaio il Regio Ufficio P.S. di Licata segnala al Prefetto ed al Questore: “ Ore 14  Aerei nemici hanno mitragliato, spezzonato et bombardato località Fontanelle et Montecatini Punto Lamentonsi 5 feriti leggieri et danni lieve entità” firmato Ufficiale pubblica Sicurezza Attanasio spedito ore 16,01  A.S.L. 437 fascicolo I Classe VIII

Il 22 gennaio: “ Stamani ore 7 aerei nemici hanno bombardato località Safarella ponte sul Salso raffineria Zolfi Unione Siciliana fabbrica Montecatini et località Ginisi ove hanno mitragliato treno merci Punto  Nessuna vittima né danni rilevante importanza. ” Firmato Attanasio. idem

23 gennaio “ Stamani ore nove e minuti trentacinque aerei nemici hanno sganciato bombe periferia questa città senza causare né danni né vittime punto Risulta mitragliata auto tedesca et feriti tre militari di cui uno grave” firmato  Attanasio”  idem 

Nessun bollettino ufficiale riporta notizia di queste tre incursioni aeree. Il 25 gennaio, il Bollettino N° 974 riporta  la dicitura generica : "incursione sulla città" (F. Giorgio)

Qualche giorno di tregua, poi il 28 dello stesso mese la città  è ancora sotto il fuoco dei bombardamenti: “Stamani ore sei e minuti trenta aerei nemici hanno sganciato bombe località Poggio Cuti. Né vittime né danni Podestà Curella”

 6 febbraio: “Ore nove e  minuti dieci località Poggio di Guardia aerei nemici mitragliavano bassa quota treno viaggiatori Licata Gela ferendo gravemente fuochista treno et leggermente macchinista altro ferroviere et due viaggiatori.” Firmato Podestà Curella.'

Anche queste due incursioni passano sotto silenzio, non ve n' è traccia nel testo di F. Giorgio, l'unico che abbia tabulato capillarmente i fatti. 

Giorno 7 febbraio : “Stamani ore otto e minuti trenta aerei nemici hanno mitragliato località Pozzillo treno passeggeri Licata Canicattì et lanciato spezzoni dirompenti non esplosi Punto Stessi aerei sganciavano località Torre di Gaffe altri spezzoni caduti in mare et mitragliavano nessun danno né vittime.” firmato Podestà Curella. Bollettino N° 988 del giorno 8 febbraio idem 437

 Sostanzialmente vengono mirati  i luoghi dove avverrà lo sbarco degli Alleati, luoghi che i Capi di Stato Maggiore, riuniti ad Algeri avevano già individuato. Ed è a questo punto che il Podestà  di Licata emana un decreto che è un atto di regolamentazione dello stato di emergenza quasi a temere che tale evenienza possa per l’avvenire verificarsi con maggiore frequenza. Si tratta dell’ordinanza N° 13 del 16  febbraio che definisce  la rete  principale di viabilità del centro - circoscritta a Corso Filippo Re Capriata, Corso Roma, Corso Umberto, Corso Vitt. Emanuele e Piazza dell’Impero - area che deve  essere “prontamente  sgomberata al momento dell’allarme così che tutti i pedoni portandosi nelle vie secondarie lascino libero tale spazio agli automezzi della protezione antiaerea che in caso di emergenza avrebbero potuto percorrerla  a notevole velocità”

 Il 23 febbraio arriva l’ordine di mobilitazione civile dei cittadini “Reclutamento e addestramento anche degli uomini dai 56 ai 70 anni obbligati al servizio del lavoro. …Gi uffici anagrafici devono fornire elenchi degli uomini compresi in tale fascia di età.” Firmato Prefetto Caboni.

Il 25 Aprile, domenica di Pasqua  ancora un bombardamento: “ Stamani ore 11 et minuti cinquanta apparecchio americano sorvolava improvvisamente senza allarme questo abitato sganciando due serbatoi di cui uno con benzina che incendiava diverse abitazioni in Via Solferino angolo Via Addis Abeba Punto Incendio prontamente domato lamentasi un morto et sei feriti di cui due gravi.”  Podestà Curella (Bollettino N° 1066 del 26 aprile) A.S.L. 437

 Di tale bombardamento abbiamo la testimonianza del signor Vicari che fu ferito mentre bombardavano il ponte

All’epoca avevo 15 anni e ricordo che il giorno di Pasqua a mezzogiorno in punto, passò uno stormo di aerei che bombardò il ponte…. La vidi precipitare giù e priam che suonasse l’allarme mi ero disteso per terra sotto il vicino ponticello. Un frammento di scheggia mi raggiunse conficcandosi nella gamba destra. “

  Ed anche la testimonianza di più persone

"In Corso Serrovira, vicino allo stabilimento Verderame, una casa fu colpita da bomba. Vi abitava una sarta che aveva una bimba appena nata, la quale rimase miracolosamente  illesa nella sua culla, posta  in un angolo, tra un brandello di muro  e l'altro, e lo stesso pavimento sbriciolato in più punti. " 

I morti del bombardamento del 25 aprile  furono sicuramente tre, elemento dedotto da una denuncia per danni di guerra del 1° agosto 43, - regolarmente vistata dal Maggiore Toscani - in cui il signor Incorvaia Antonino  lamenta la parziale demolizione della sua casa di Via Collegio N°13 e  la morte della madre, del padre  e di una sorella.

Ma vi è anche l'ulteriore telegramma del Podestà: "Seguito telegramma 25 aprile scorso comunico che numero decessi causati incursione apparecchio americano est salito a quattro et feriti sei." 

Il 9 maggio, domenica  ancora un’ incursione aerea. (Bollettino N° 1080) E' preso di mira il quartiere Oltreponte aprendo una voragine nella zona. Viene danneggiata la casa di Burgio Calogero. Anche di questo bombardamento abbiamo la testimonianza di Vicari che parla di almeno cento aerei. Due i morti accertati: Florio Agata morta l'11 maggio all'ospedale della C.R,I.  e Lombardo Angelo

Il 25 maggio un’altra incursione aerea  danneggia le case di Via Lunga N° 28 e cortile Quarto N°5 di proprietà di Russo Mariangela. Inoltre le case di Giglio Francesco, Pisano Giuseppe e Randazzo Arturo che chiedono al Podestà alloggio in qualità  di sfollati.

Di questo bombardamento - che non viene citato in alcun bollettino- i danni sono rilevanti. Se ne trova traccia nella deliberazione N° 384 in cui si impegna la spesa di L: 1097 a favore del  Caffè Ristorante Sicilia per vitto somministrato alle famiglie incursione aerea del 25- 05-43;e di L. 9220 a favore di Mulè Silvestro per alloggio fornito ai danneggiati incursione aerea del 25-5-43.

 Cammilleri Gina così vive quel bombardamento: “Alla fine del mese di Maggio del 43 ci fu un bombardamento aereo che ha colpito tutto l’arco di costa di Licata, cioè da Torre di Gaffe a Falconara. Le colonne d’acqua salivano a grande altezza una dopo l’altra tutte vicine come le colonne delel chiese. Abbiamo capito che era un controllo alle spiagge per vedere se erano minate.”

Fin dal 14 aprile erano state assegnate maschere antigas a tutti gli stabilimenti che da un elenco di archivio così rislutano:  Società anonima Montecatini, Società anonima Forza e Luce,  Molini  e Pastifici: Hercules di Pontillo che aveva alle dipendenze 10 operai; “M.Pompei” dei Fratelli Armenio con tre dipendenti, S. Giuseppe con 24 dipendenti, Manuguerra Pietro con due dipendenti tra cui una donna, Malifitano G. Battista con tre dipendenti, Bona e Taliento con quattro dipendenti, Pintacorona Giovanni e Caffarello Angelo con tre dipendenti, De Caro e Cacciato, Manuguerra e Farruggio; inoltre ai cementifici:  Sapio G e fratelli Cambiano; ai laterizi di Schembri Baldassare, alla fabbrica di ghiaccio di Bonsignore, al Cinema Teatro Re; infine alle ditte: Banca S: Angelo, Banco di Sicilia, Cassa di Risparmio, Banca agricola commerciale, esattoria comunale, consorzio, ufficio imposte dirette, compagnia porto, ufficio registro, dogana, stazione centrale, stazione porto, ufficio postale, ufficio postale porto, Pretura, Ginnasio, Avviamento, Liceo classico comunale, scuola elementare, Fascio combattimento. 

 E’ del 27 giugno  il telegramma del Prefetto Caboni che denuncia il lancio da parte di aerei nemici di “ numerosi manifestini di propaganda che sono stati raccolti dalla popolazione.” Con l’ordine di distruggerli.

A questo punto la gente sa chiaramente cosa succederà anche se non sa quando. “ Ricordo che giorni prima erano passati diversi stormi di aerei che avevano lanciato dei volantini dove era scritto che dovevamo allontanarci dal mare, dalla linea ferrata e dalla strada.” Gatì

Anche il Prof. Quignones asserisce: “Ricordo bene che una o due settimane prima dello sbarco erano comparsi tanti volantini, verosimilmente lanciati da aerei; erano di colore bianco e avevano le dimensioni di un foglietto, poco più grande di un foglio di quaderno. Avvisavano perentoriamente  la popolazione civile di allontanarsi dagli obiettivi militari e dalla ferrovia.”

Così pure Vizzi Salvatore : “Qualche giorno prima dello sbarco era passato uno stormo- non faccio esagerazione - ma dovevano essere almeno cinquecento  aerei. All’altezza del paese si abbassarono e lanciarono dei volantini. Vi era scritto che dovevamo allontanarci dagli obiettivi militari e che dovevamo stare tranquilli ché alla popolazione non sarebbe successo nulla.”

Il 20 e  il 28 giugno Licata è sottoposta ancora a nuove incursioni aeree. Anche di questo bombardamento non c'è traccia in alcun bollettino di guerra ma numerose sono le testimonianze in proposito

IL treno era affollatissimo. Mio padre stava davanti ad un finestrino. Appana partito il treno dalla stazione, gli si avvicinò una ragazza e  gli chiese se poteva cederle il posto perché sentiva il bisogno di prendere aria. Il treno fu bombardato. Un frammento di bomba colpì in pieno la ragazza  che morì sul colpo…..mio padre rimase illeso” La ragazza si chiamava D’Ippolito Angela"

Ed abbiamo trovato un riferimento deliberativo nell'atto N° 384 per il  pagamento di L 1866 a favore di Ferraro Giuseppe per fornitura marmo tombe vittime incursione aerea del 28-06-43; e di L. 4451 a favore di  Mangione Luciano per lavoro e materiali seppellimento vittime incursione aerea del 28-06-43.

 Del 29 giugno è il Bollettino N° 1131 in cui si denuncia la caduta di un aereo nemico in località Comuni.

il  5 luglio, giorno della partenza della flotta americana dalle coste del Nord Africa, furono quattroi bombardamenti. La prima incursione dalle tre alle quattro circa; la seconda, dalle 9,50 alle 10,15; la terza dalle 12,45 alle 13,00 e l'ultima dalle 13,15 alle 13,30. Il 6  Licata subì un bambardamento durato dalle 9,30 alle 9,45; infine l'otto ci furono tre incursioni, rispettivamente alle 7,45, alle 11,50 e alle 12,00.

E’ a questo punto che l’8 luglio vengono fatte brillare le mine per distruggere parzialmente il porto, così che quando sul Mediterraneo si affacciò la potente flotta di Cunningham, il porto era non soltanto minato ma anche danneggiato, cosa che si ripetè lo stesso giorno dello sbarco quando le truppe in ritirata fecero saltare gli ormeggi, mentre  in attesa sulla banchina, il treno armato venne colpito dall’artiglieria navale, precisamente dal caccia Bristol, che faceva la spola nel Mediterraneo. 


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