La prima nave della US Navy - che pagò con l’affondamento il fio dell’assalto anfibio del 10 luglio 1943 - passato alla storia come operazione Hushy - fu il cacciatorpediniere Maddox inabissatosi tra Licata e Gela.
Riportiamo la testimonianza - quale fonte documentaria - del cavaliere Insinga
amministratore nel feudo del barone Bordonaro, il quale trovandosi al castello
di Falconara, assiste allo sbarco della
VII Armata Usa dalla posizione privilegiata del maniero che si protende come
piccolo promontorio quasi al centro dell’arco del golfo di Gela
…Al largo tra Falconara e Gela vidi affondare una nave….
Stavo recandomi alla vicina stazione ferroviaria quando il
silenzio della campagna fu lacerato dal suono insistente di una sirena….Mi
voltai a guardare verso la distesa azzurra e, come in un film vidi le sequenze di uno spettacolo impressionante:
inclinandosi come molle cera, una grande nave stava velocemente inabissandosi,
mentre una gigantesca colonna d’acqua s’innalzava verso l’alto. Ancora ho
quella visione apocalittica negli occhi perché eventi come questi restano
impressi nella memoria con tutto il loro peso di eccezionale drammaticità.
Era un nave
lunga 106 metri circa, armata da 6 mitragliatrici, 5 pistole contraeree , 5 tubi
lanciasiluri con a bordo 295 uomini tra cui 260 fanti statunitensi
oltre 16 ufficiali e altri membri dell’equipaggio.
Alle 4, 48 circa
13
C.Z 1007 del Raggruppamento BT di
Perugia insieme a Junkers tedeschi sorvolarono
all’improvviso l’immensa flotta navale Usa sganciando 91 bombe da 100 kg. sulle unità
navali in pieno ritmo di sbarco. Colpita da un bombardiere
Junker Ju 88 che centrò il caricatore di poppa, la
Maddox si ribaltò immediatamente affondando
in pochi minuti.
Il comandante
del cacciatorpediniere, tenente Eugene Sarsfield - cui dal giorno del varo nel novembre del 1942
era stato affidato il mezzo navale
partito da Orano con la Force 81dell’operazione Husky - comprendendo il pericolo
incombente dispose l’immediato abbandono
della nave riuscendo a salvare la vita a
76 membri dell’equipaggio ma non a se stesso che affondò insieme ai circa 220 soldati
americani che riposano nelle acque del
Mediterraneo dove ancora oggi sono i resti del cacciatorpediniere che visse soltanto 7 mesi.
Il primo attacco aereo
sulla flotta dell’operazione Husky al
largo tra Licata e Capo Scaramia era avvenuto ad opera di tredici trimotori Cant Z. 1007bis Alcione del Raggruppamento Bombardamento Viterbo partiti verso l’1,30 dall’aeroporto di Decimomannu
Sardegna alla volta della Sicilia non appena avuta notizia della invasione in
corso. Bombardamento che causò notevole scompiglio nella zona Joss. In
particolare nel tratto di mare tra
Mollarella e Torre di Gaffe fu affondato
il dragamine Sentinel e contemporaneamente – secondo la tesi di A. Bellomo in Il martirio di un’isola – come
conseguenza immediata entrarono in collisione due cacciatorpediniere
USS DD 443 classe Glaves Swanson da 2395 T. e USS DD 418 Roe
classe Sims da 2465 T. che a loro volta coinvolsero anche
le LST 382 e 345, la
corvetta PC 621, il cacciasommergibili
classe PC 461 da 280 T. tutti con notevoli danni.
La rilevazione di questo
attacco - non codificato nella fonte Usa- è tratto
dal rapporto post missione fatto dagli
aviatori dei trimotori.
Mentre era
a circa un miglio della costa -
tra Punta Colonna e Torre di Gaffe in
servizio di pattugliamento per agevolare lo sbarco dei mezzi anfibi dei fanti della 3^
Divisione- i Ranger del 15° reggimento di Brady e i fanti del
7°- il Sentinel classe
Raven-Auk da 890 T. USS AM-113 fu attaccato ripetutamente da una parte dei 90 Junker Ju 88 Me. Bf. 109 scortati da bombardieri tedeschi che avevano preso di mira poco prima
il Philadelfia, l’incrociatore Brooklyn ( Licata) e lo Jefferson
Partito da Orano con la
Task Group 86.3 direzione zona Joss ( Licata), il Sentinel costruito
nei cantieri della Building Company di Cliveland comandato dal quarantenne capitano George Lincoln Phillips, alle 4.30- 4, 48 circa del 10 luglio, (alcuni testi parlano delle
sei-sette, altri 10,45 ) fu prima
sfiorato da una bomba che esplose dalla
parte di tribordo e subito dopo da
altre quattro o cinque delle quali una colpì il dragamine nella sala macchine dove si
aprì una voragine che causò morti e feriti tra il personale.
Mente parte dell’equipaggio
rilevava i danni alla sala radio e alle
comunicazioni interne delle quali era
rimasto integro soltanto il circuito telefonico, il gruppo di attacco rispondeva prontamente
al fuoco ingaggiando una intensa lotta abbattendo
due Messarchmitt da 210 bombardieri.
Non tardò la reazione
tedesca e un nuovo ordigno colpì il ponte e la porta laterale, del
Sentinel provocando la perdita di 60 uomini - metà circa dell’equipaggio- risparmiando soltanto pochi sopravvissuti che lanciarono l’SOS con una radio portatile a batterie e
luci di lanterne.
Immediatamente tre caccia sommergibili- un
SC-530, un CC- 33 e un PC-550- si lanciarono a tutta velocità verso il
soccorso. I primi due procedettero
rapidamente all’evacuazione dei feriti mentre
il PC 550 mise in salvo l’equipaggio
non allontanandosi tuttavia dal
Sentinel sino a quando non si
capovolse a circa 1000 metri dalla costa affondando al largo di Mollarella dove rimase per
giorni, inabissandosi poi lentamente.
Al capitano Pillips fu
conferito la Navy Cross con la seguente motivazione: …per lo straordinario eroismo e il distinto servizio nella sua
professione di comandante del dragamine U.S.S. SENTINEL in azione contro le
forze nemiche durante l’assalto all’isola di Sicilia il 10 luglio 1943
Ad avallare la tesi di più navi
coinvolte nell’affondamento riportiamo la testimonianza del signor Giuseppe Antona:
…Allorché giunsi in alto(collina di Sant’Oliva) nel tratto di mare tra Torre di Gaffe e
Mollarella vidi le navi affondate,
inclinate e ancora visibili[1].
Per tanto tempo rimasero lì fin quando non furono rimosse.
Secondo la fonte americana la collisione tra il
cacciatorpediniere Roe e lo Swanson era avvenuta invece alle 3 circa del mattino durante una ricognizione per contatti radar sospetti. l cacciatorpediniere Swanson - subì l’urto del cacciatorpediniere Roe , anche questo All’improvviso sullo schermo dei radar di bordo erano apparsi i tipici segnali
pips, che misero in allerta il personale impegnato nella ricerca del pericolo
incombente. Spostandosi verso ovest il
caccia incappò in una zona minata. Nel tentativo di scansare le mine il Roe -
partito da Biserta con la Joss Force alla volta di Licata- sterzò improvvisamente urtando contro il
vicino Swanson - comandato dal
luogotenente M.P. Kingsle- mentre si
trovava al largo della costa di Torre di Gaffe
ricadendogli addosso a poppa. E
poiché la sua velocità superava di molto quella di Swanson colpì la nave ad
angolo retto anche dalla parte sinistra tranciando la prua e causando
l’allagamento nella sala dei pompieri.
Con le prime luci dell’alba la Luftwaffe tentò di
finire le navi danneggiate bombardandole. Il cacciatorpediniere però rispose con un inaspettato attacco di fuoco che abbatté uno Junkers Ju 88.
Ormai fuori servizio i
due cacciatorpediniere furono fatti rientrare la stessa notte -non senza
difficoltà - a Biserta con sosta intermedia
a Malta. Dopo i primi immediati interventi le due navi furono trasferite a New
York per le riparazioni ritornando in servizio soltanto nel 1944 nel teatro di
guerra del Pacifico.
Nel trambusto generale della
collisione anche i mezzi navali vicini : LST 382 e 345, la corvetta
PC 621, il cacciasommergibili
PC 461 - urtandosi a loro volta tra
loro - riportarono notevoli danni.
Gli LST-letteralmente Landing Ship Tank-
erano navi predisposte per le operazioni anfibie. Potevano trasportare
soldati e veicoli direttamente sulle
spiagge. Costruiti in più di mille esemplari a partire dal 1942, furono utilizzati per la prima volta durante lo
sbarco in Sicilia Avevano una lunghezza di circa 100 metri e 15 di larghezza,
ed erano molto resistenti e versatili. Oltre al trasporto furono successivamente
trasformate anche in navi ospedale, caserme
galleggianti, o predisposte per la panificazione oppure in officine natanti per
le riparazioni dei mezzi danneggiati.
Sulla scheda della US Navy del P.C.
461 - inseguitore sottomarino classe P. C. costruito nel 1942 ed assegnato
per la prima volta al teatro europeo dello sbarco in Sicilia meridionale – è annotato
genericamente -non specificando l’ora - che
durante
la notte del 10 luglio 1943 fu danneggiato
in una collisione con l’LST-345 senza precisare la motivazione
Anche la scheda del P.C.621 riporta che il
caccia sottomarino 621 - salpato per l’Europa il 18 maggio del 1943
destinazione Biserta partì poi per partecipare all’operazione HUSHY,
quando nel pieno della prima ondata di
sbarco subì una collisione con la nave USS LST-345 e fu gravemente danneggiata tanto
da non riuscire a partecipare poi alla successiva operazione
Avalanche, sbarco a Salerno, tornando in
servizio soltanto per lo sbarco ad Anzio.
Carmela Zangara
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