sabato 10 luglio 2021

 

La prima nave della US Navy - che pagò con l’affondamento il fio dell’assalto anfibio del 10 luglio 1943 - passato alla storia come operazione  Hushy  - fu il cacciatorpediniere  Maddox inabissatosi  tra Licata e  Gela.

Riportiamo la testimonianza - quale  fonte documentaria - del cavaliere Insinga amministratore nel feudo del barone Bordonaro, il quale trovandosi al castello di Falconara,  assiste allo sbarco della VII Armata Usa dalla posizione privilegiata del maniero che si protende come piccolo promontorio quasi al centro dell’arco del golfo di Gela

…Al largo tra Falconara e Gela vidi affondare una nave….

Stavo recandomi alla vicina stazione ferroviaria quando il silenzio della campagna fu lacerato dal suono insistente di una sirena….Mi voltai a guardare verso la distesa azzurra e, come in un film vidi le sequenze di uno spettacolo impressionante: inclinandosi come molle cera, una grande nave stava velocemente inabissandosi, mentre una gigantesca colonna d’acqua s’innalzava verso l’alto. Ancora ho quella visione apocalittica negli occhi perché eventi come questi restano impressi nella memoria con tutto il loro peso di eccezionale drammaticità.

Era un nave lunga 106 metri circa, armata da 6 mitragliatrici, 5 pistole contraeree , 5 tubi lanciasiluri  con a bordo  295 uomini tra cui 260 fanti statunitensi oltre 16 ufficiali e altri membri dell’equipaggio.

Alle 4, 48 circa 13 C.Z  1007 del Raggruppamento BT di Perugia insieme a Junkers tedeschi  sorvolarono all’improvviso l’immensa flotta navale Usa  sganciando 91 bombe da 100 kg. sulle unità navali in pieno ritmo di sbarco. Colpita da un bombardiere Junker Ju 88   che centrò il caricatore di poppa, la Maddox  si ribaltò immediatamente   affondando in pochi minuti.

Il comandante del cacciatorpediniere, tenente Eugene  Sarsfield -  cui dal giorno del varo nel novembre del 1942 era stato affidato  il mezzo navale partito da Orano con la Force 81dell’operazione Husky - comprendendo il pericolo incombente dispose  l’immediato abbandono della nave  riuscendo a salvare la vita a 76 membri dell’equipaggio ma non a se stesso  che affondò insieme ai circa 220 soldati americani che riposano  nelle acque del Mediterraneo dove ancora oggi sono i resti del cacciatorpediniere che visse  soltanto 7 mesi.

 

 Il primo attacco aereo sulla flotta dell’operazione Husky  al largo tra Licata e Capo Scaramia era avvenuto ad opera di  tredici trimotori Cant Z. 1007bis Alcione del Raggruppamento Bombardamento  Viterbo partiti  verso l’1,30 dall’aeroporto di Decimomannu Sardegna alla volta della Sicilia non appena avuta notizia della invasione in corso.  Bombardamento che causò   notevole scompiglio nella zona Joss. In particolare  nel tratto di mare tra Mollarella e Torre di Gaffe  fu affondato il dragamine Sentinel e contemporaneamente – secondo la tesi di A. Bellomo in Il martirio di un’isola – come conseguenza immediata entrarono in collisione  due cacciatorpediniere USS DD 443 classe Glaves Swanson da 2395 T. e USS DD 418  Roe classe Sims da 2465 T. che a loro volta coinvolsero   anche le LST 382 e  345,  la corvetta  PC 621, il cacciasommergibili classe PC 461 da 280 T. tutti con notevoli danni.

La rilevazione di questo attacco  -  non codificato nella fonte Usa-  è tratto  dal  rapporto post missione fatto dagli aviatori dei trimotori.  

Mentre  era  a  circa un miglio della costa - tra  Punta Colonna e Torre di Gaffe in servizio di pattugliamento per agevolare  lo sbarco dei mezzi anfibi dei fanti della 3^ Divisione- i Ranger  del  15° reggimento di Brady  e i fanti del  7°- il Sentinel classe Raven-Auk da 890 T. USS AM-113 fu attaccato ripetutamente da una  parte dei 90 Junker  Ju 88 Me. Bf. 109 scortati da bombardieri  tedeschi che avevano preso di mira poco prima il Philadelfia, l’incrociatore Brooklyn ( Licata)  e lo Jefferson

Partito da Orano con la Task Group  86.3  direzione  zona Joss ( Licata),  il Sentinel   costruito nei cantieri della Building Company di Cliveland comandato  dal quarantenne  capitano George Lincoln Phillips, alle 4.30- 4, 48 circa  del 10 luglio, (alcuni testi parlano delle sei-sette, altri 10,45 )  fu prima sfiorato da una  bomba che  esplose  dalla  parte di  tribordo e subito dopo da altre quattro o cinque delle quali una colpì il  dragamine nella sala macchine dove si aprì   una voragine che causò  morti e  feriti tra il personale.

Mente parte dell’equipaggio rilevava i danni  alla sala radio e alle comunicazioni interne delle quali  era rimasto integro soltanto il circuito telefonico,  il gruppo di attacco rispondeva prontamente al  fuoco ingaggiando una intensa lotta abbattendo due Messarchmitt da 210 bombardieri. 

Non tardò la reazione tedesca e  un nuovo ordigno  colpì il ponte e la porta laterale, del Sentinel  provocando la perdita di  60 uomini - metà  circa dell’equipaggio- risparmiando soltanto  pochi sopravvissuti che  lanciarono  l’SOS con una radio portatile a batterie e luci di lanterne.

Immediatamente  tre caccia sommergibili-  un  SC-530, un CC- 33 e un PC-550- si lanciarono a tutta velocità verso il soccorso. I primi due   procedettero rapidamente   all’evacuazione dei feriti mentre il PC 550 mise in salvo   l’equipaggio non allontanandosi  tuttavia dal Sentinel  sino a quando non si capovolse  a circa 1000 metri  dalla costa affondando  al largo di Mollarella dove rimase per giorni, inabissandosi poi lentamente.

Al capitano Pillips fu conferito la Navy Cross con la seguente motivazione: …per lo straordinario eroismo e il distinto servizio nella sua professione di comandante del dragamine U.S.S. SENTINEL in azione contro le forze nemiche durante l’assalto all’isola di Sicilia il 10 luglio 1943

Ad avallare la tesi di più navi coinvolte nell’affondamento riportiamo la  testimonianza del signor Giuseppe Antona:

…Allorché giunsi in alto(collina di Sant’Oliva)  nel tratto di mare tra Torre di Gaffe e Mollarella vidi le navi affondate, inclinate e ancora visibili[1]. Per tanto tempo rimasero lì fin quando non furono rimosse.

Secondo la fonte americana la collisione tra il cacciatorpediniere Roe e lo Swanson  era avvenuta invece alle 3 circa del mattino  durante una ricognizione per contatti radar sospetti.  l cacciatorpediniere  Swanson - subì l’urto del cacciatorpediniere Roe ,  anche questo All’improvviso  sullo schermo dei  radar di bordo erano apparsi i tipici segnali pips, che misero in allerta il personale impegnato nella ricerca del pericolo incombente. Spostandosi  verso ovest il caccia incappò in una zona minata. Nel tentativo di scansare le mine il Roe - partito da Biserta con la Joss Force alla volta di Licata-  sterzò improvvisamente urtando contro il vicino Swanson -  comandato dal luogotenente M.P. Kingsle- mentre  si trovava al largo della costa di Torre di Gaffe  ricadendogli addosso a poppa.  E poiché la sua velocità superava di molto quella di Swanson colpì la nave ad angolo retto anche dalla parte sinistra tranciando la prua e causando l’allagamento nella sala dei pompieri.

Con le  prime luci dell’alba la Luftwaffe tentò di finire le navi danneggiate bombardandole. Il cacciatorpediniere  però rispose con un inaspettato attacco di  fuoco che  abbatté uno Junkers Ju 88.

Ormai fuori servizio i due cacciatorpediniere furono fatti rientrare la stessa notte -non senza difficoltà -  a Biserta con sosta intermedia a  Malta. Dopo i primi immediati  interventi le due navi furono trasferite a New York per le riparazioni ritornando in servizio soltanto nel 1944 nel teatro di guerra del Pacifico.

 

Nel trambusto generale della collisione  anche i mezzi navali vicini :  LST 382 e  345,  la corvetta  PC 621, il cacciasommergibili PC 461 - urtandosi a loro volta tra loro -  riportarono notevoli  danni.

Gli LST-letteralmente Landing Ship Tank- erano navi predisposte per le operazioni anfibie. Potevano trasportare soldati  e veicoli direttamente sulle spiagge. Costruiti in più di mille esemplari a partire dal 1942, furono  utilizzati per la prima volta durante lo sbarco in Sicilia Avevano una lunghezza di circa 100 metri e 15 di larghezza, ed erano  molto resistenti e versatili.  Oltre al trasporto furono successivamente trasformate anche in navi ospedale,  caserme galleggianti, o predisposte per la panificazione oppure in officine natanti per le riparazioni dei mezzi danneggiati.

Sulla scheda della US Navy del   P.C. 461 - inseguitore sottomarino classe P. C. costruito nel 1942 ed assegnato per la prima volta al teatro europeo dello sbarco in Sicilia meridionale – è annotato  genericamente -non specificando l’ora - che  durante  la notte del 10 luglio 1943 fu danneggiato in una collisione con l’LST-345 senza precisare la motivazione

Anche la scheda del P.C.621 riporta  che il caccia sottomarino 621 - salpato per l’Europa il 18 maggio del 1943 destinazione Biserta partì poi per partecipare all’operazione HUSHY, quando  nel pieno della prima ondata di sbarco subì  una collisione con la nave USS LST-345 e fu gravemente danneggiata tanto da non  riuscire  a partecipare poi alla successiva operazione Avalanche, sbarco a Salerno,  tornando in servizio soltanto per lo sbarco ad Anzio.

Carmela Zangara

 


 



 

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