Non tutti
sanno che durante la seconda guerra mondiale vennero arruolati anche dei cani
addestrati per il combattimento.  Per
l’esattezza 10425 i cani facente parte del  K-9 Corps,  un corpo speciale nato in America grazie ad
alcuni volontari che all’entrata in guerra dell’America  reclutarono diverse razze di cani addestrandoli
per la causa bellica - a partire dal 
marzo del 1942 -per il servizio di pattugliamento, ricognizione, ricerca
antimine e messaggerie.
Uno dei 1000
cani di ricognizione affidati ai  Marines
della VII armata Usa ,
 un pastore tedesco, incrocio tra Colli e
Husky, si chiamava   Chips.  Donato nel 1942 dal  signor 
R Eduward J. Wren  di New York
alla forze armate Usa, dopo l’addestramento era stato assegnato alla   guida del soldato   R.. Rowell
 della terza divisione di fanteria. 
Partito
dall’America alla fine del 1942 alla volta dell’ Africa Settentrionale prima per partecipare all’operazione
Torch e della Sicilia poi,  il 10 luglio
del 1943  durante  l’ operazione Hushy fu protagonista di
un’eroica vicenda
Il reparto
cui era aggregato  - il  3° plotone di polizia militare del  30° reggimento di fanteria alla cui guida era
il colonnello Rogers- era arrivato al largo della costa licatese con l’immensa
flotta Usa formata da ben 1200 imbarcazioni. 
Durante l’assalto
anfibio della Joss force del generale B. Lucien Truscott il 30°doveva
riversarsi sulla  spiaggia azzurra, la
più orientale delle zone di sbarco di Licata, compresa tra  punta Due Rocche e Poggio di Guardia. 
Sbarcato con
le prime truppe di assalto il 3° plotone di Chips aveva appena messo piede
sulla battigia e percorso   più o meno 400 m.   quando
si ritrovò sotto il tiro di intenso fuoco nemico proveniente da un nodo di
mitragliatrice di una vicina postazione. 
(Verosimilmente potrebbe trattarsi della
postazione che sta oltre la linea ferrata a monte di Punta Due Rocche, oppure
dell’altro fortino posto sul poggio recentemente urbanizato con villette,
appena oltre il Serenusa Village, postazioni difese da reparti italiani del
390°  battaglione del 139° reggimento
della 207° Divisione costiera. )
Istintivamente
i fanti del plotone Usa si buttarono a terra per ripararsi dal tiro, invece Ckips-che
procedeva al guinzaglio -  strattonandosi
 dalla presa del suo padrone,  si lanciò verso  la postazione, avventandosi sul militare che disarmò
 facendo cadere  l’arma a terra,  trascinandolo  poi fuori sotto gli occhi esterrefatti degli
altri tre soldati. 
Uno di loro
sfoderò la pistola e sparò al buio diversi colpi verso il cane raggiungendolo per
fortuna soltanto di striscio, ferendolo tuttavia alla spalla e al cuoio
capelluto.  
All’
improvviso silenzio che seguì, i fanti Usa, dopo un primo momento di
disorientamento, si portarono verso la postazione dove il soldato Rowell  fischiando raggiunse Ckips che  trovò con la  preda afferrata per il collo  e  gli
altri  tre militari con le mani in alto
in segno di resa.
Chips li
aveva salvati. Aveva combattuto eroicamente rischiando la vita e compiendo un’azione
risolutiva per liberare la strada dell’avanzata in quella che era una difficile
prima linea.   . 
In segno d
riconoscenza il generale Truscott, saputo dell’atto eroico, assegnò a Chips la
medaglia al valore sul campo insieme al cuore viola per le ferite riportate. 
La vicenda
divulgata dalla stampa statunitense infiammò l’America e fece di   Chips
un eroe ma aprì un dibattito   tra
favorevoli e contrari all’assegnazione dell’onorificenza. Poiché prevalse la
tesi che le medaglie dovevano essere  assegnate
soltanto agli umani,  Chips perse i
riconoscimenti.  
Malgrado la
ferita mai rimarginata Chips continuò a seguire il 30° reggimento Usa sino alla
fine della guerra partecipando alla successiva campagna d’Italia e di Francia,  distinguendosi sempre e ricevendo incarichi di
alto prestigio per la salvaguardia di personaggi quali il generale Eisenhower
o  Churchill. 
Rientrato in
Patria nel 1945 fu restituito al suo legittimo padrone. 
Finalmente nel
gennaio del 2018- in occasione del settantacinquesimo anniversario della
Conferenza di Casablanca - gli Inglesi conferirono a Chips  la Dickin medaglia, la massima onorificenza
consentita agli animali- consegnata nelle mani del settantaquattrenne figlio
del signor Wren, sancendo formalmente il valore dell’azione di Chips, entrato
per sempre nella storia. 
La notizia
ebbe grande risonanza anche in Italia e fu riportata su molti quotidiani
nazionali tra cui Il Sole 24 ore e La Stampa ma non sulle testate della
Sicilia  dove i fatti erano avvenuti.
Carmela
Zangara 
 
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